di Patrizia Bonelli- patbonelli(at)gmail.com

di Patrizia Bonelli- patbonelli(at)gmail.com
"Il Mediterraneo è mille cose nello stesso tempo. Non un paesaggio, ma molti paesaggi. Non un mare, ma molti mari. Non una civiltà, ma una serie di civiltà una dopo l'altra".

"The Mediterranean is thousand things together. Not a landscape but many landscapes. Not one sea but many seas. Not a civilization, but a series of civilizations one after the other" Fernand Braudel

lunedì 27 ottobre 2014

Il X anniversario della Fondazione Anna Lindh

di Patrizia Bonelli
Le proposte di Romano Prodi sono espressione di una politica cui non siamo più abituati:
 - maggiore cooperazione tra i paesi della sponda nord e sud del Mediterraneo, sia per l'economia e la produzione con la delocalizzazione nei paesi arabi, sia per la cultura e gli studenti, con scambi tra università e con l'allargamento dell'Erasmus, sia per la creazione di una banca mediterranea. Bisogna convincere i governi dei paesi europei - dice Prodi- poichè questo è l'unico modo di mitigare le migrazioni e sconfiggere il terrorismo.

"Il prossimo capitolo del dialogo Mediterraneo".

 È quello che cominciano a scrivere oggi i partecipanti alla Conferenza della Fondazione euro- mediterranea Anna Lindh, che si riunisce a Napoli per tre giorni nel decimo anniversario dalla sua nascita.
 Il congresso di Napoli, che cade nel semestre italiano di presidenza dell'Ue, punta ad affrontare il ruolo della società civile nell'affrontare la crisi sociale e le violenze nella regione. Ospitato dalla Fondazione Mediterraneo, l'appuntamento riunisce 250 delegati da 42 Paesi che fanno parte dell'Unione per il Mediterraneo, tra cui leader politici, esponenti di associazioni e istituzioni locali, che si scambieranno proposte e cercheranno modi per coordinare gli sforzi a livello internazionale per scrivere, appunto, un nuovo capitolo del dialogo euromediterraneo. 



La tre giorni viene aperta  dall'intervento dell'ex presidente del Consiglio Romano Prodi che dieci anni fa, da presidente della Commissione europea varò l'High-Level Advisory Group on Intercultural Dialogue a livello Ue. Tra gli altri interventi attesi a Napoli spicca quello del commissario europeo uscente sulle politiche di vicinato Stefan Fule, che parteciperà al dibattito sul tema "È possibile un altro Mediterraneo?

Al convegno sono presenti  rappresentanti delle reti della societa' civile, istituzioni regionali, media e leader politici. Scopo dell'iniziativa e' quello di scambiare proposte e coordinare gli sforzi internazionali per intensificare le relazioni tra le due sponde, tra l'Europa e il mondo arabo. Ha  aperto i lavori  Romano Prodi con un intervento sul nuovo ruolo della Fondazione e degli attori regionali in risposta agli storici cambiamenti sociali, culturali e politici in corso nel Mediterraneo. Proprio Prodi, dieci anni fa, in qualita' di presidente della Commissione Europea e in risposta ai fatti dell'11 Settembre e alla Guerra in Iraq, avvio' i lavori del "Groupe des Sages" sul dialogo interculturale e sulle relazioni tra l'Europa e il mondo arabo.
  

  Il l 28 ottobre  interventi del commissario europeo per l'Allargamento e le Politiche di Vicinato, Stefan Fule, e del presidente della Fondazione Anna Lindh, Andre' Azoulay. Il dibattito, dal titolo "Un altro Mediterraneo e' possibile?" si concentrera' sul paradosso evidenziato dal recente sondaggio di Gallup commissionato dalla Fondazione, secondo il quale - nonostante l'immagine di distanza trasmessa da alcuni mass media - i valori e le aspirazioni dei cittadini delle due sponde del Mediterraneo sono sempre piu' vicini.
  Nel quadro della Conferenza si incontreranno inoltre l'Advisory Council della Fondazione Anna Lindh e i capi delle reti nazionali della societa' civile; i senior ambassadors dei 42 Stati membri dell'Unione per il Mediterraneo; il forum di dialogo con la societa' civile dell'EU Southern Neighbourhood; e la rete della Societa' Civile Italiana per il Dialogo Interculturale (RIDE). La Conferenza di Napoli coinvolge  anche attori e leader regionali e istituzioni internazionali, tra cui l'Unione Europea e la Lega degli Stati Arabi.

giovedì 24 aprile 2014

Relazione sui lavori del 9° Steering Committee per la Strategia dell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile dell’ UNECE



2 e 3 Aprile,   Ginevra, Palazzo delle Nazioni -
 di Patrizia Bonelli


Maggiormente presenti le rappresentanze nazionali istituzionali  dei Paesi dell’Est Europa, quelli così detti di recente sviluppo,  compresi  Kirghizistan e Uzbekistan,  sostenuti finanziariamente. Meno presenti  le istituzioni  dei paesi dell’Europa centrale e occidentale,  che in diversi casi, erano rappresentate da ONG, come nel caso del prof. Scoullos presidente dei MIO.ECSDE per i Ministeri dell’ambiente e dell’istruzione greci.

   Primo punto all’ordine del giorno la relazione  sui progressi  dell’ Educazione allo Sviluppo Sostenibile sulle tre aree prioritarie: L’ESS nell’istruzione e formazione professionale e Tecnica, la realizzazione dei piani per l’ESS in tutte le scuole e la formazione iniziale e in servizio  degli insegnanti.
Per quanto riguarda l’Italia l’inchiesta è stata fatta dall’istituto per l’Ambiente Scholé Futuro, con il sostegno di dirigenti del MIUR e quindi basata su dati legislativi precisi. Sarebbe utile un’indagine sul campo, e cioè presso le scuole, o quanto meno un gruppo di scuole, per verificare modalità, estensione ed efficacia dell’applicazione   dell’ESS   anche in applicazione delle direttive emanate dalle istituzioni centrali e per poter accedere ai finanziamenti dei progetti.

E’ seguita poi la relazione dei gruppi di lavoro sulle tre aree prioritarie.
Molto importante quella  relativa all’ESS nell’istruzione e formazione tecnica e professionale per promuovere la consapevolezza del valore di beni come aria, acqua, energia rinnovabile, territorio, paesaggio, che sono alla base di una nuova economia. L’ESS ha quindi il compito di indicare le modalità di utilizzazione delle risorse senza comprometterne  la loro disponibilità futura. Orientare l’ educazione e la formazione tecnica e professionale  all’ESS  per   preparare i futuri tecnici dei green Jobs e la transizione alla green economy.
Una maggiore indagine e un intervento più mirato in tal senso sarà molto utile nel nostro paese non solo per l’educazione  ma anche per l’economia verde, unica forma di sviluppo possibile   che  rispetta il territorio e offre la possibilità di miglioramento economico alle popolazioni locali.

Più approfondito il contributo di Scholé  sulla seconda area prioritaria, i piani sull’ESS in tutte le scuole, non solo per i dati forniti all’inchiesta ma anche per  la partecipazione al gruppo di lavoro elettronico per la  definizione dell’area.
 Il  nostro impegno è che l’ESS configuri completamente la vita scolastica, a partire da struttura e infrastrutture, alle relazioni  all’interno della scuola e all’insegnamento perché  l’ESS non sia relegato a parte, ma ritenuta fondamentale nella  programmazione.

Grazie all’ autonomia di cui godono le scuole nel costruire i loro programmi, è possibile raggiungere un approccio scolastico  complessivo ed efficace dell’ESS ma è  necessario coinvolgere direttamente le scuole riconoscendo   la loro individualità e suscitando  interesse e partecipazione. 

Per la terza area prioritaria, la formazione  degli insegnanti, quella iniziale è strettamente connessa con l’insegnamento dell’ESS a livello universitario, che deve essere assicurato e ampliato per i futuri insegnanti.  Va curata anche la formazione in servizio, per  dotare gli insegnanti di strumenti efficaci per l’ESS.

Le iniziative, gli eventi e le azioni di ESS devono continuare ad essere   sempre di più, così come  i soggetti coinvolti –istituzioni locali, ONG, associazioni, aree protette , istituti di ricerca e così via-.  Infatti la stessa ESS richiede punti di vista diversi, metodi e procedure come pure il coinvolgimento di educazione informale e non formale accanto a quella formale. La sfida che abbiamo di fronte, come le difficoltà che dobbiamo superare, è la struttura stessa della scuola basata principalmente sui programmi e  curricula  e molto meno sui progetti, in accordo con un antico sistema di autorità. Che significa progredire nelle singole discipline secondo una cadenza e una routine quotidiana in cui la conoscenza, in molti casi, rimane parcellizzata .
La cultura del progetto coinvolge invece tutte le competenze e le conoscenze, fornite dalle discipline per ottenere il prodotto richiesto che ci si aspetta, che sia utile e immediatamente spendibile.        Questo offrirebbe l’atmosfera di insegnamento e apprendimento idonea a guidare un approccio complessivo di ESS.

giovedì 3 aprile 2014

9^ Riunione del Comitato UNECE

 Ginevra, 3/4 aprile 2014

Riunione del 9° comitato direttivo dell'UNECE 

9th Steering Committee meeting on 3 and 4 April 2014

 The UNECE Strategy for Education
for Sustainable Development


L'obiettivo generale della strategia è   di dotare le persone con conoscenze e competenze nello sviluppo sostenibile, rendendole più competenti e sicure, ed allo stesso tempo aumentare le opportunità per condurre stili di vita sani e produttivi in armonia con la natura e tenendo conto dei valori sociali, della parità di genere e della diversità culturale.

The UNECE Strategy for Education for Sustainable Development was adopted in 2005 by the High Level Meeting of Education and Environment Ministries in Vilnius. 

The UNECE Strategy for ESD's  main aim is to encourage countries to ESD into all forms of their education systems and covers all levels from primary to tertiary, including vocational and adult learning. 

 Education for sustainable development (ESD) means including key sustainable development issues into teaching and learning, such as poverty alleviation, citizenship, peace, ethics, responsibility in local and global contexts, democracy and governance, justice, security, human rights, health, gender equity, cultural diversity10, rural and urban development, economy, production and consumption patterns, corporate responsibility, environmental protection, natural resource management and biological and landscape diversity.

martedì 4 febbraio 2014

Rete italiana dell'Educazione Ambientale


A ROMA UN NUOVO PASSO AVANTI
Il 29 gennaio 2014 si è tenuto a Roma, presso la sede centrale del CNR, il terzo incontro nazionale della rete italiana dell’educazione ambientale e per la sostenibilità, nata con la decisione presa a milano il 29 agosto 2013 in occasione dell’incontro di restituzione del settimo weec (world environmental education congress). Il 7th weec di Marrakech (www.weec2013.org), nel decennale dei congressi, grazie alla grandissima partecipazione e al coinvolgimento di istituzioni internazionali come l’UNESCO e l’UNEP aveva infatti ratificato il ruolo della rete mondiale di educazione ambientale e aveva fatto emergere la necessità di strutturare meglio la rete sia a livello internazionale, sia continentale sia nazionale nei paesi dove non esistono ancora o non esistono più reti di attori locali.


Partecipazione numerosa e sintonia di intenti

 
L’incontro romano ha visto una crescita di partecipazione (sala piena e posti in piedi) e la presenza di un po’ tutti gli attori: Regioni e Amministrazioni locali, Arpa, grandi associazioni ambientaliste, Comitato italiano DESS-UNESCO, CEA, parchi, università e altri centri di recerca, fattorie didattiche,… Tutti d’accordo i presenti sulla importanza di continuare e estendere lo sforzo di riannodare fili e di rimettere l’educazione ambientale (che si intreccia con quella “allo sviluppo sostenibile”) al centro delle politiche pubbliche. Una rete, o meglio una “rete di reti”, di enti, di associazioni, cooperative, aziende che, si è detto, deve essere inclusiva e policentrica. E che, come ha detto il Comitato italiano UNESCO, raccoglierà il testimone del Decennio delle Nazioni Unite, che termina quest’anno.

I temi trattati, una riflessione che continua 

Il mattino del 29, dopo i saluti delle istituzioni presenti, è stato dedicato ai commenti al documento base. La definizione di obiettivi, principi e metodi è comunque un processo aperto, che proseguirà nei prossimi mesi, con alcuni gruppi di lavoro che dovranno approfondire i punti emersi e sottoporli al vaglio della comunità italiana dell’educazione ambientale.


Il pomeriggio è stato dedicato a una panoramica dei numerosissimi questionari compilati online, all’interessante caso francese, con le sue “assise” territoriali che preparano gli incontri nazionali (e che, è stato detto, possono offrire un buon esempio anche per l’Italia), e a come organizzare alcune funzioni della rete, utilizzando al meglio anche le ICT: diffusione di informazione, scambio di esperienze, formazione, documentazione, conservazione della memoria delle tappe fondamentali dell’educazione all’ambiente e alla sostenibilità.


giovedì 16 gennaio 2014

29 gennaio, convegno del WEEC a Roma


Roma,  29 Gennaio 2014

Terzo appuntamento nazionale della rete WEEC Italia 
                dell'educazione ambientale. 

 


Gli operatori italiani dell’educazione ambientale sono invitati a partecipare al
terzo incontro della rete nata dai congressi mondiali WEEC, il 29 gennaio 2014.

 La riunione si terrà presso il CNR ('"Aula Bisogno", piazzale Aldo Moro, 7 - 00185, Roma dalle 10.00 alle 17.00). 

 Al centro dell’incontro (che segue quelli di Milano e di Bologna) ci sarà l’approvazione di un documento fondativo.

 

Come raggiungere la sede centrale del CNR
 

I risultati del primo incontro (Milano, Università di Milano Bicocca, 29 agosto 2013)

Le decisioni del secondo incontro (Bologna, Sala ex Consiglio regionale Emilia Romagna, 28 novembre 2014)

 

Collabora alla rete WEEC (World Environmental Education Congress), la più grande rete mondiale di educazione ambientale