Roma: la vicenda dell’occupazione dell’ex scuola “8 Marzo” di Magliana,
di Patrizia Bonelli.
Il 16 ottobre inizia il processo per reati “minori” ai leader dell’occupazione, ma l’udienza preliminare ha dichiarato infondate le accuse più gravi di associazione a delinquere, estorsione, possesso di armi da guerra e di furto di rame.
La sentenza preliminare del 26 giugno scorso smonta il teorema accusatorio dei carabinieri di Villa Bonelli -su cui il PdL e i quotidiani “Il Tempo” e “Il Messaggero” avevano costruito la loro campagna diffamatoria descrivendo un fantomatico racket delle occupazioni.
Ricolloca i fatti nella giusta dimensione e contesto in cui l’ “estorsione” (15 euro a persona) non è che la legittima raccolta di un contributo minimo per la gestione e la ristrutturazione dell’immobile. Il GUP ha chiaramente scritto che è legittimo darsi delle regole, che il metodo assembleare è un metodo democratico e chi partecipa ad un'occupazione o accetta le regole o è libero di andarsene visto che nessuno ha mai costretto qualcuno a rimanervi. E come si può sostenere l’accusa di associazione a delinquere se tutte le decisioni venivano prese in assemblee pubbliche aperte al quartiere e ai rappresentanti istituzionali?
Va ricordato che 15 giugno 2007 il Comitato d'Occupazione Magliana e il centro sociale Macchia Rossa con diverse famiglie di senzatetto occuparono l'edificio dell’ex scuola “8 marzo”, abbandonato da decenni. Il 14 settembre 2009, in un'operazione condotta dal Comandante dell'Arma Tommasone con oltre cento carabinieri, mezzi blindati e due elicotteri, furono arrestati i cinque leader dell’occupazione e tenuti in carcere per tre settimane a agli arresti domiciliari per mesi con conseguenze pesanti sulla loro vita e il loro lavoro.
Era il primo giorno di scuola e la violenza di quella incomprensibile aggressione esasperò tutta la popolazione del quartiere che rincorse i blindati dei carabinieri.
Una vicenda giudiziaria frutto degli anni del berlusconismo + AN
Anche se si avvia a risolversi positivamente, questa vicenda giudiziaria ha impedito con violenza ai leader di continuare a vivere e a svolgere attività all'interno dell'ex scuola 8 marzo, con il risultato di trasformare un'occupazione in un luogo di degrado estremo dove oggi vige la legge della sopraffazione e del più forte.
La verifica di questa situazione è stata fatta di recente dalla Polizia Municipale del XV gruppo, che, giovedì 19 luglio 2012, ha sequestrato una parte dell'immobile dichiarata inagibile per le rilevanti opere di abusivismo edilizio, il sovraffollamento - nello stabile vivono circa 200 persone- e le catastrofiche condizioni igienico sanitarie .
Fino a che esisteva il Comitato d'Occupazione, la vita della piccola comunità di occupanti era regolamentata da un'assemblea settimanale aperta al quartiere e ai rappresentanti istituzionali del municipio. Inoltre le condizioni minime di decoro e di igiene erano state sempre garantite nonostante le enormi difficoltà iniziali (fu necessario ricostruire gli impianti fognario, idraulico ed elettrico). In quei due anni non sono state mai realizzate opere abusive, ma è stato sempre garantito l'uso pubblico del giardino, della palestra, dello spazio per le assemblee e di quello per feste e concerti. Inoltre proprio per garantire dignitose condizioni di vita a tutti e tutte il numero massimo di nuclei familiari presenti non ha mai superato i 35.
di Patrizia Bonelli.
Il 16 ottobre inizia il processo per reati “minori” ai leader dell’occupazione, ma l’udienza preliminare ha dichiarato infondate le accuse più gravi di associazione a delinquere, estorsione, possesso di armi da guerra e di furto di rame.
La sentenza preliminare del 26 giugno scorso smonta il teorema accusatorio dei carabinieri di Villa Bonelli -su cui il PdL e i quotidiani “Il Tempo” e “Il Messaggero” avevano costruito la loro campagna diffamatoria descrivendo un fantomatico racket delle occupazioni.
Ricolloca i fatti nella giusta dimensione e contesto in cui l’ “estorsione” (15 euro a persona) non è che la legittima raccolta di un contributo minimo per la gestione e la ristrutturazione dell’immobile. Il GUP ha chiaramente scritto che è legittimo darsi delle regole, che il metodo assembleare è un metodo democratico e chi partecipa ad un'occupazione o accetta le regole o è libero di andarsene visto che nessuno ha mai costretto qualcuno a rimanervi. E come si può sostenere l’accusa di associazione a delinquere se tutte le decisioni venivano prese in assemblee pubbliche aperte al quartiere e ai rappresentanti istituzionali?
Va ricordato che 15 giugno 2007 il Comitato d'Occupazione Magliana e il centro sociale Macchia Rossa con diverse famiglie di senzatetto occuparono l'edificio dell’ex scuola “8 marzo”, abbandonato da decenni. Il 14 settembre 2009, in un'operazione condotta dal Comandante dell'Arma Tommasone con oltre cento carabinieri, mezzi blindati e due elicotteri, furono arrestati i cinque leader dell’occupazione e tenuti in carcere per tre settimane a agli arresti domiciliari per mesi con conseguenze pesanti sulla loro vita e il loro lavoro.
Era il primo giorno di scuola e la violenza di quella incomprensibile aggressione esasperò tutta la popolazione del quartiere che rincorse i blindati dei carabinieri.
Una vicenda giudiziaria frutto degli anni del berlusconismo + AN
Anche se si avvia a risolversi positivamente, questa vicenda giudiziaria ha impedito con violenza ai leader di continuare a vivere e a svolgere attività all'interno dell'ex scuola 8 marzo, con il risultato di trasformare un'occupazione in un luogo di degrado estremo dove oggi vige la legge della sopraffazione e del più forte.
La verifica di questa situazione è stata fatta di recente dalla Polizia Municipale del XV gruppo, che, giovedì 19 luglio 2012, ha sequestrato una parte dell'immobile dichiarata inagibile per le rilevanti opere di abusivismo edilizio, il sovraffollamento - nello stabile vivono circa 200 persone- e le catastrofiche condizioni igienico sanitarie .
Fino a che esisteva il Comitato d'Occupazione, la vita della piccola comunità di occupanti era regolamentata da un'assemblea settimanale aperta al quartiere e ai rappresentanti istituzionali del municipio. Inoltre le condizioni minime di decoro e di igiene erano state sempre garantite nonostante le enormi difficoltà iniziali (fu necessario ricostruire gli impianti fognario, idraulico ed elettrico). In quei due anni non sono state mai realizzate opere abusive, ma è stato sempre garantito l'uso pubblico del giardino, della palestra, dello spazio per le assemblee e di quello per feste e concerti. Inoltre proprio per garantire dignitose condizioni di vita a tutti e tutte il numero massimo di nuclei familiari presenti non ha mai superato i 35.
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