Suor Maria Angela Crocifissa, dopo essere vissuta in francescana povertà e aver sofferto negli ultimi anni dolorose sofferenze fisiche, offerte in sacrificio a Dio, è morta il 9 aprile 1932.
Dal 1935 è sepolta a Napoli nella basilica francescana di San Pietro ad Aram per decisione del cardinale Ascalesi. La sua traslazione avvenne con una grande partecipazione popolare.
E in corso la causa di Beatificazione.
Serva di Dio Maria Angela Crocifissa (Maria Giuda) Francescana
Figlia di Francesco Giuda, commerciante di origine spagnola e di Annamaria Monaco, Maria nacque il 23 settembre 1846 nel popolare e popoloso quartiere ‘Mercato’ a Napoli.
Da ragazza graziosa com’era, le fu proposto ben presto il matrimonio, che rifiutò decisamente, perché sentiva la chiamata di Dio alla vita consacrata. La famiglia fu ostile a tale progetto e la ostacolò in tutti i modi mandandola anche a servizio in una famiglia. Solo con il tempo accondiscese, quando la Curia arcivescovile di Napoli, le diede il permesso di vestire l’abito religioso pur vivendo fuori dal monastero.
Si andava così ad aggiungere a quella schiera di donne consacrate chiamate “monache di casa”, così diffuse in quell’epoca nel Meridione d’Italia, e che vedrà specie a Napoli, molte di queste, salire agli onori degli altari.
Il 28 aprile 1871 suor Maria Angela prese il velo assumendo il nome di Maria Angela Crocifissa nel Terz’Ordine Francescano Secolare nel convento della Palma in Napoli. Da quel giorno la sua casa divenne centro di preghiera e vi accorrevano persone dei più diversi ceti sociali, anche sacerdoti per colloqui e consigli spirituali.
Lasciata la casa paterna, andò a vivere da sola, accogliendo presso di sé un piccolo gruppo di orfanelli e trasformò il suo Oratorio privato dedicato al S. Cuore in un luogo di grande riunione e afflusso di fedeli; le fu riconosciuto il dono delle bilocazioni, delle visioni, delle profezie e il dono di sapere leggere nei cuori.
Fu catechista in parrocchia, soccorritrice delle donne povere, ammalate e abbandonate negli ospedali e - per 22 anni - ministra della Fraternità dell’Ordine Francescano Secolare di S. Pietro ad Aram.
Ed è in questa basilica francescana che Suor Mariangela Crocifissa riposa, dopo la morte avvenuta il 9 aprile 1932, dopo aver sofferto negli ultimi anni dolorose sofferenze fisiche, offerte in sacrificio a Dio e in francescana povertà.
E in corso la causa di Beatificazione.
La basilica di San Pietro ad Aram è una chiesa di Napoli

L'edificio religioso è molto noto perché, secondo la tradizione, è stato costruito dove si trovava l'Ara Petri, ovvero l'altare su cui pregò san Pietro durante la sua venuta a Napoli.
La basilica è nel centro storico della città, vicino la stazione Centrale, a pochi passi da piazza Garibaldi. Fino all'Ottocento, era affiancata da un chiostro monumentale.
Per la sua particolare antichità papa Clemente VII concesse alla basilica di S. Pietro ad Aram il privilegio di poter celebrare il giubileo un anno dopo quello di Roma, in modo da evitare un eccessivo affollamento nella capitale pontificia, ma anche per evitare al popolo napoletano l'allora faticoso viaggio. I post-giubilei furono celebrati nel 1526, nel 1551 e infine nel 1576. Papa Clemente VIII abolì questo privilegio alla città nel XVII secolo.
Secondo la leggenda la chiesa è sorta sul luogo dove san Pietro aveva battezzato santa Candida e sant'Aspreno, i primi napoletani convertiti, come narra anche l'affresco nel vestibolo (recentemente attribuito a Girolamo da Salerno).
La chiesa è stata ricostruita nel 1904
L' antico affresco sopra l'altare costruito quando san Pietro sbarcò a Napoli per proseguire verso Roma.



