di Patrizia Bonelli- patbonelli(at)gmail.com

di Patrizia Bonelli- patbonelli(at)gmail.com
"Il Mediterraneo è mille cose nello stesso tempo. Non un paesaggio, ma molti paesaggi. Non un mare, ma molti mari. Non una civiltà, ma una serie di civiltà una dopo l'altra".

"The Mediterranean is thousand things together. Not a landscape but many landscapes. Not one sea but many seas. Not a civilization, but a series of civilizations one after the other" Fernand Braudel

sabato 30 marzo 2013

Paolo Berdini: una breccia nel muro di cemento - A breach in the concrete wall

 Paolo Berdini at Eddyburg -  translated from original by website http://romasostenibile.com (English below)
Da alcuni mesi un vasto numero di comitati e di associazioni ambientaliste presidia il consiglio comunale di Roma per scongiurare l’ennesimo diluvio di cemento che si vuole infliggere ad una città sull’orlo del disastro urbanistico. Salviamo il paesaggio, Italia nostra, i comitati no pup, i 5 stelle, Carte in regola e i tanti comitati che in questi anni hanno tentato di affermare un’altra idea di città nell’indifferenza delle politica politicante, insieme agli unici consiglieri che si oppongono allo scempio (Alzetta e Azuni) stanno tentando di bloccare la prepotenza della giunta Alemanno che pur in scadenza e travolta da continui scandali ieri è stato arrestato il fedelissimo Mancini vuole infliggere il colpo definitivo al riscatto della città.


For several months a large number of committees and environmental organizations have been watching Rome’s city council of to avert yet another deluge of concrete that would  bury a city already on the brink of disaster planning. Salviamo il paesaggio, Italia nostra, no-parking committees, the 5-star movement, Carte in Regola,  and the many committees over the years have attempted to assert a different idea of the indifference of city political politics,  along with the unique councilors who oppose the massacre (Alzetta and Azuni) they are trying to stop theAlemanno administration’s bullying that, despite the nearing term end and being over overwhelmed by constant scandals (yesterday  his friend Mancini was arrested) wants to inflict the final blow to the redemption of the city.

Ma ieri in piazza del Campidoglio e poi in una sala del Carroccio gremita è andata in scena una rilevante novità. Il gruppo Liberare Roma e la confederazione dei comitati metropolitani (co.co.me.ro) hanno dato un appuntamento per sensibilizzare l’opinione pubblica. A provocare l’allarme è stata anche la sconcertante vicenda del dibattito sulle prossime elezioni comunali. Sia l’attuale maggioranza che l’opposizione del Pd stanno accuratamente censurando ogni discussione sui veri problemi della città, ad iniziare dal buco di bilancio che ammonta a 11, 5 miliardi che arrivano a 15 per l’allegra gestione delle aziende comunali. Il governo Monti ha recentemente dichiarato fallita Alessandria per un deficit di 200 milioni: circa 2 mila euro per ciascun abitante. La capitale ne ha circa 6.000 per ogni romano. Il fatto è che la capitale è troppo grande per fallire e così si va avanti nella commedia degli equivoci. Proprio ieri i candidato a sindaco dei 5 stelle ha chiesto accesso agli atti per conoscere l’ammontare del debito in finanza creativa e sembra che esso ammonti a 7 miliardi di euro.

But yesterday in the Piazza del Campidoglio and then in a crowded room of the above a significant change was set forth. The group Libera Roma and the confederation of the metropolitan committees (co.co.me.ro) made an appointment to raise public awareness. A cause for alarm was also the puzzling story of the debate on the next municipal elections. Both the current majority and the opposition of the Democratic Party are carefully censoring any discussion of the real problems of the city, starting with the hole in the budget, which amounts to 11, 5 billion but reaches 15 due to the casual management of municipal enterprises. The Monti government has recently declared the city Alexandria bankrupt for a deficit of 200 million: about 2000 euro per capita. The capital has approximately 6,000 for every Roman. The fact is that the capital is too big to fail and so it goes on in the comedy of errors. Just yesterday, the candidate for mayor of the 5 star movement sought access to the records in order to know the amount of debt in creative finance and it seems that it amounts to € 7 billion.

Ma di questo non si parla. Assistiamo soltanto ad una sconcertante passerella di vuoti slogan e di educati endorsement che tentano ancora una volta di addormentare la città. Il debito ha invece origine nel dissennato modello di sviluppo urbanistico che da venti anni è stato imposto alla città: un’espansione inaudita che arricchisce pochi proprietari di aree e impoverisce fino al fallimento un’intera città. Di più, alcuni pseudo comitati che pensano più al cemento che al benessere delle periferie producono incredibili documenti in cui si afferma che questo processo distruttivo non può aver fine perché esistono i «diritti edificatori». Una menzogna inesistente sul piano giuridico di chi cerca soltanto di perpetuare un modello distruttivo di crescita infinita.

 But no one is talking about this. We witness only a bewildering parade of empty slogans and educated endorsement attempting once again to lull the city. The debt has instead originated in the insane model of urban development which for twenty years has been imposed on the city: unprecedented expansion that enriched a few landowners and impoverished others to bring the entire city to failure. Moreover, some pseudo committees who think more about cement than of the well-being of the suburbs produce amazing documents in which it is stated that this destructive process can not be ended because there are “development rights.” a lie which does not exist in law but only in the minds of those who seek to perpetuate a destructive pattern of infinite growth.

Quanto è avvenuto ieri dice però che la misura è colma e chi ha governato la città per 15 anni (centro sinistra) e 5 (centro destra) deve assumersi pubblicamente la responsabilità del fallimento e bloccare per sempre l’espansione urbana. Non è più soltanto un tema urbanistico: ne va della stessa sopravvivenza della rete dei servizi pubblici, ad iniziare da sanità e scuola, e del welfare urbano.
I tanti comitati presenti ieri in Campidoglio vogliono una sola cosa: cambiare l’agenda del futuro della città, aprire una speranza per i giovani che, se possono, se ne vanno all’estero o sono altrimenti condannati a vivere nella più disumana periferia dell’Europa occidentale.

What happened yesterday, however, sends a message that enough is enough and those who ruled the city for 15 years (center left) and 5 (center right) must publicly assume responsibility for the failure and block urban sprawl forever. No longer just an urban issue: it is the very survival of the network of public services, starting with healthcare and education, and welfare of the city.
The many committees present yesterday at the Capitol want only one thing: change the agenda of the future of the city, open a hope for young people who, if they can,  go abroad or are otherwise are condemned to live in the most inhuman suburbs of  Western Europe.

lunedì 4 marzo 2013


Hydria- Acquedotti storici

   Gli acquedotti napoletani tra usi civili 


Dopo le  cisterne di Ventotene,  l'Associazione Scholé Futuro  partecipa  al progetto  Hydria con un caso di studio sugli antichi acquedotti di Napoli. 
Nella foto la Piscina Mirabilis,  la più grande cisterna di acqua dolce  costruita dai romani. La cisterna era scavata interamente nella parte centrale di una collina di tufo e serviva per fornire di acqua potabile la flotta imperiale.

sabato 2 marzo 2013

Elezioni amministrative 2013 a Roma


Alla vigilia delle elezioni amministrative a Roma del 2013, dopo un periodo  di grande  degrado, è il momento di dire come immaginiamo   la nostra città, che cosa è indispensabile   per rendere  Roma una capitale solidale in cui sia possibile vivere, lavorare, spostarsi e godere di tutto il  suo fascino insieme ad innumerevoli occasioni culturali.
La sicurezza nella città non è  un problema di ordine pubblico ma di socialità, illuminazione, esercizi commerciali aperti anche la sera, luoghi amichevoli dove ci si possa   incontrare .
I  trasporti pubblici, che, con  la crescita della città, l’emergenza abitativa e la ricomposizione del centro con le periferie, rimangono  i problemi di sempre e i più urgenti, si riflettono persino sulla questione della sicurezza. Stazioni di autobus, treni e metropolitane se adeguatamente  illuminate e  vissute, devono diventare   luoghi sicuri.
Giovanni Montemartini
  Regole essenziali di green economy possono ridurre il traffico delle auto private  chiedendo un contributo per il consumo di spazio pubblico e di ossigeno alle automobili   come avviene in quasi tutte le capitali europee.
Per fare questo è davvero necessario allargare   l’anello ferroviario e collegare  con trasporto su rotaia tutte le periferie e le piccole città-satellite   della capitale.



Il sindaco Nathan
Ad un secolo esatto dalla   caduta della sua giunta,  è stato ricordato  in diverse occasioni Ernesto Nathan. Nel   dibattito  la  prof. Grazia Pagnotta, storica, autrice del libro “Storia del trasporto pubblico nella capitale 1900 -1945” ha  precisato che il merito delle municipalizzazioni e l’elettrificazione dei trasporti pubblici fu dell’assessore all’innovazione tecnologica Giovanni Montemartini. E fu la giunta nel suo insieme, pur con molti  conflitti, che  riuscì a delineare la “Roma  futura”con  una rete di tram  che   collegavano  la periferia con il centro.

Il fascismo capovolse  l’indirizzo di quell’amministrazione  per il trasporto pubblico a Roma,  trasformando  le tranvie in  circolari che delimitavano  il centro  e lo dividevano dalle borgate . Questo programma, anticipato nelle parole di Mussolini:“Voi toglierete dalle strade monumentali di Roma la stolta contaminazione tranviaria, ma darete modernissimi mezzi di comunicazione alle nuove città che sorgeranno, in anello, attorno alle antichità...”, ha condizionato la storia della città che è crescita in modo inconsulto, senza servizi e senza rapporto con il centro. Inoltre,  per favorire i riti di massa del regime furono demoliti  interi quartieri, pezzi  di storia urbana, e fu completata la “bonifica sociale” dei rioni storici, deportando il popolo   che li abitava da secoli nelle lontane “borgate” in via di costruzione.  

Non è casuale che, in tempi recenti, il sindaco che maggiormente si è battuto per la ricomposizione del centro con le periferie,  dove viveva confinata un’umanità usata solo come forza lavoro, Luigi Petroselli , in pochi anni rivoluzionò i rapporti sociali e culturali   contemporaneamente al progetto di eliminazione di via dei Fori Imperiali per formare un grande parco archeologico dal Campidoglio all’Appia Antica. Il sindaco in persona cominciò a smantellare via della Consolazione, che permetteva il passaggio delle auto  in mezzo ai Fori e fu  aperta la linea B della metropolitana.
Una tendenza positiva è stata presente anche nelle ultime  giunte di centrosinistra come la cura del ferro di Walter Tocci , la valorizzazione e l’estensione del parco dell’Appia Antica  e l’ istituzionalizzazione delle altre aree protette. Purtroppo però  le periferie sono cresciute smisuratamente sempre più lontane e scollegate dal centro. Gli  amministratori non sono stati in grado di opporsi ai costruttori e di pianificare la crescita della città insieme all’urbanizzazione e ai trasporti e  la speculazione sugli immobili, oltre a deturpare la città, ha  aggravato ancora di più il  problema delle abitazioni. I senza fissa dimora sono innumerevoli. Le occupazioni che hanno sostituito per decenni la mancanza di edilizia popolare, sono state in parte stabilizzate con il riconoscimento del pagamento delle utenze, ma molte sgomberate o represse con violenza. Roulottes in qualche angolo della città, le sale d’aspetto delle stazioni e degli ospedali per dormire e ripararsi dal freddo in inverno. Per non parlare del villaggio diffuso di tende che affollano la sponda del Tevere e dei rom sballottati da un posto ad un altro, spesso con la divisione delle famiglie o senza nessuna possibilità.
Il raccordo anulare separa oggi la città dalle nuove periferie e più di 600.000 persone  ogni giorno lo percorrono in entrata e in uscita per raggiungere il posto di lavoro. (continua)