di Patrizia Bonelli- patbonelli(at)gmail.com

di Patrizia Bonelli- patbonelli(at)gmail.com
"Il Mediterraneo è mille cose nello stesso tempo. Non un paesaggio, ma molti paesaggi. Non un mare, ma molti mari. Non una civiltà, ma una serie di civiltà una dopo l'altra".

"The Mediterranean is thousand things together. Not a landscape but many landscapes. Not one sea but many seas. Not a civilization, but a series of civilizations one after the other" Fernand Braudel

sabato 2 marzo 2013

Elezioni amministrative 2013 a Roma


Alla vigilia delle elezioni amministrative a Roma del 2013, dopo un periodo  di grande  degrado, è il momento di dire come immaginiamo   la nostra città, che cosa è indispensabile   per rendere  Roma una capitale solidale in cui sia possibile vivere, lavorare, spostarsi e godere di tutto il  suo fascino insieme ad innumerevoli occasioni culturali.
La sicurezza nella città non è  un problema di ordine pubblico ma di socialità, illuminazione, esercizi commerciali aperti anche la sera, luoghi amichevoli dove ci si possa   incontrare .
I  trasporti pubblici, che, con  la crescita della città, l’emergenza abitativa e la ricomposizione del centro con le periferie, rimangono  i problemi di sempre e i più urgenti, si riflettono persino sulla questione della sicurezza. Stazioni di autobus, treni e metropolitane se adeguatamente  illuminate e  vissute, devono diventare   luoghi sicuri.
Giovanni Montemartini
  Regole essenziali di green economy possono ridurre il traffico delle auto private  chiedendo un contributo per il consumo di spazio pubblico e di ossigeno alle automobili   come avviene in quasi tutte le capitali europee.
Per fare questo è davvero necessario allargare   l’anello ferroviario e collegare  con trasporto su rotaia tutte le periferie e le piccole città-satellite   della capitale.



Il sindaco Nathan
Ad un secolo esatto dalla   caduta della sua giunta,  è stato ricordato  in diverse occasioni Ernesto Nathan. Nel   dibattito  la  prof. Grazia Pagnotta, storica, autrice del libro “Storia del trasporto pubblico nella capitale 1900 -1945” ha  precisato che il merito delle municipalizzazioni e l’elettrificazione dei trasporti pubblici fu dell’assessore all’innovazione tecnologica Giovanni Montemartini. E fu la giunta nel suo insieme, pur con molti  conflitti, che  riuscì a delineare la “Roma  futura”con  una rete di tram  che   collegavano  la periferia con il centro.

Il fascismo capovolse  l’indirizzo di quell’amministrazione  per il trasporto pubblico a Roma,  trasformando  le tranvie in  circolari che delimitavano  il centro  e lo dividevano dalle borgate . Questo programma, anticipato nelle parole di Mussolini:“Voi toglierete dalle strade monumentali di Roma la stolta contaminazione tranviaria, ma darete modernissimi mezzi di comunicazione alle nuove città che sorgeranno, in anello, attorno alle antichità...”, ha condizionato la storia della città che è crescita in modo inconsulto, senza servizi e senza rapporto con il centro. Inoltre,  per favorire i riti di massa del regime furono demoliti  interi quartieri, pezzi  di storia urbana, e fu completata la “bonifica sociale” dei rioni storici, deportando il popolo   che li abitava da secoli nelle lontane “borgate” in via di costruzione.  

Non è casuale che, in tempi recenti, il sindaco che maggiormente si è battuto per la ricomposizione del centro con le periferie,  dove viveva confinata un’umanità usata solo come forza lavoro, Luigi Petroselli , in pochi anni rivoluzionò i rapporti sociali e culturali   contemporaneamente al progetto di eliminazione di via dei Fori Imperiali per formare un grande parco archeologico dal Campidoglio all’Appia Antica. Il sindaco in persona cominciò a smantellare via della Consolazione, che permetteva il passaggio delle auto  in mezzo ai Fori e fu  aperta la linea B della metropolitana.
Una tendenza positiva è stata presente anche nelle ultime  giunte di centrosinistra come la cura del ferro di Walter Tocci , la valorizzazione e l’estensione del parco dell’Appia Antica  e l’ istituzionalizzazione delle altre aree protette. Purtroppo però  le periferie sono cresciute smisuratamente sempre più lontane e scollegate dal centro. Gli  amministratori non sono stati in grado di opporsi ai costruttori e di pianificare la crescita della città insieme all’urbanizzazione e ai trasporti e  la speculazione sugli immobili, oltre a deturpare la città, ha  aggravato ancora di più il  problema delle abitazioni. I senza fissa dimora sono innumerevoli. Le occupazioni che hanno sostituito per decenni la mancanza di edilizia popolare, sono state in parte stabilizzate con il riconoscimento del pagamento delle utenze, ma molte sgomberate o represse con violenza. Roulottes in qualche angolo della città, le sale d’aspetto delle stazioni e degli ospedali per dormire e ripararsi dal freddo in inverno. Per non parlare del villaggio diffuso di tende che affollano la sponda del Tevere e dei rom sballottati da un posto ad un altro, spesso con la divisione delle famiglie o senza nessuna possibilità.
Il raccordo anulare separa oggi la città dalle nuove periferie e più di 600.000 persone  ogni giorno lo percorrono in entrata e in uscita per raggiungere il posto di lavoro. (continua)

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