Alla vigilia delle elezioni amministrative a Roma del 2013, dopo un periodo di grande degrado, è il momento di dire come immaginiamo la nostra città, che cosa è indispensabile per rendere Roma una capitale solidale in cui sia possibile vivere, lavorare, spostarsi e godere di tutto il suo fascino insieme ad innumerevoli occasioni culturali.
La sicurezza nella città non è un problema di ordine pubblico ma di socialità, illuminazione, esercizi commerciali aperti anche la sera, luoghi amichevoli dove ci si possa incontrare .
I trasporti pubblici, che, con la crescita della città, l’emergenza abitativa e la ricomposizione del centro con le periferie, rimangono i problemi di sempre e i più urgenti, si riflettono persino sulla questione della sicurezza. Stazioni di autobus, treni e metropolitane se adeguatamente illuminate e vissute, devono diventare luoghi sicuri.
Giovanni Montemartini |
Per fare questo è davvero necessario allargare l’anello ferroviario e collegare con trasporto su rotaia tutte le periferie e le piccole città-satellite della capitale.
Il sindaco Nathan |
Il fascismo capovolse l’indirizzo di quell’amministrazione per il trasporto pubblico a Roma, trasformando le tranvie in circolari che delimitavano il centro e lo dividevano dalle borgate . Questo programma, anticipato nelle parole di Mussolini:“Voi toglierete dalle strade monumentali di Roma la stolta contaminazione tranviaria, ma darete modernissimi mezzi di comunicazione alle nuove città che sorgeranno, in anello, attorno alle antichità...”, ha condizionato la storia della città che è crescita in modo inconsulto, senza servizi e senza rapporto con il centro. Inoltre, per favorire i riti di massa del regime furono demoliti interi quartieri, pezzi di storia urbana, e fu completata la “bonifica sociale” dei rioni storici, deportando il popolo che li abitava da secoli nelle lontane “borgate” in via di costruzione.
Non è casuale che, in tempi recenti, il sindaco che maggiormente si è battuto per la ricomposizione del centro con le periferie, dove viveva confinata un’umanità usata solo come forza lavoro, Luigi Petroselli , in pochi anni rivoluzionò i rapporti sociali e culturali contemporaneamente al progetto di eliminazione di via dei Fori Imperiali per formare un grande parco archeologico dal Campidoglio all’Appia Antica. Il sindaco in persona cominciò a smantellare via della Consolazione, che permetteva il passaggio delle auto in mezzo ai Fori e fu aperta la linea B della metropolitana.
Una tendenza positiva è stata presente anche nelle ultime giunte di centrosinistra come la cura del ferro di Walter Tocci , la valorizzazione e l’estensione del parco dell’Appia Antica e l’ istituzionalizzazione delle altre aree protette. Purtroppo però le periferie sono cresciute smisuratamente sempre più lontane e scollegate dal centro. Gli amministratori non sono stati in grado di opporsi ai costruttori e di pianificare la crescita della città insieme all’urbanizzazione e ai trasporti e la speculazione sugli immobili, oltre a deturpare la città, ha aggravato ancora di più il problema delle abitazioni. I senza fissa dimora sono innumerevoli. Le occupazioni che hanno sostituito per decenni la mancanza di edilizia popolare, sono state in parte stabilizzate con il riconoscimento del pagamento delle utenze, ma molte sgomberate o represse con violenza. Roulottes in qualche angolo della città, le sale d’aspetto delle stazioni e degli ospedali per dormire e ripararsi dal freddo in inverno. Per non parlare del villaggio diffuso di tende che affollano la sponda del Tevere e dei rom sballottati da un posto ad un altro, spesso con la divisione delle famiglie o senza nessuna possibilità.
Il raccordo anulare separa oggi la città dalle nuove periferie e più di 600.000 persone ogni giorno lo percorrono in entrata e in uscita per raggiungere il posto di lavoro. (continua)
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