L’UNEP, programma ambientale delle Nazioni Unite lancia Clean Seas:
Campagna globale per mettere fine ai rifiuti marini, alle microplastiche nei cosmetici e l'uso eccessivo e dispendioso della plastica monouso entro l'anno 2022, di Patrizia Bonelli
Ogni anno vengono scaricati nell'oceano oltre 8 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, l’equivalente di un camion a pieno carico ogni minuto. Per mettere fine a tale inquinamento, nel corso della conferenza di Nairobi nel dicembre 2017, è stata approvata la risoluzione UNEP che incoraggia gli stati ad agire per prevenire la produzione e dispersione, in particolare dalle attività a terra, di rifiuti marini e microplastiche, coerentemente con gli obiettivi di sviluppo sostenibile sanciti dalle Nazioni Unite (agenda 2030).Pur se nei limiti di un trattato non vincolante, la risoluzione promuove una riduzione significativa dei detriti entro il 2025, senza tuttavia indicarne la misura, incoraggia gli stati membri a riconvertite l’economia alla circolarità e a moltiplicare gli sforzi per il riciclo dei rifiuti, per il monitoraggio del loro ciclo e per qualificare provenienza e quantità di ciò che finisce in mare.
La campagna CleanSeas, Lanciata all'Economist World Ocean Summit a Bali, sollecita i governi a varare politiche di riduzione della plastica; indirizzare l'industria a ridurre al minimo gli imballaggi in plastica e riprogettare i prodotti; e invita i consumatori a cambiare le loro abitudini di uso della plastica - prima che si verifichi un danno irreversibile nei nostri mari.
Nel corso del 2018 la campagna CleanSeas ha annunciato misure ambiziose da parte di paesi e aziende per eliminare le microplastiche dai prodotti per la cura personale, vietare o tassare le borse monouso e ridurre drasticamente gli altri articoli in plastica usa e getta.
In effetti sono stati ottenuti dei risultati durante lo stesso vertice di Nairobi: Oman, Sudafrica, Cile e persino lo Sri Lanka hanno aderito alla campagna Clean Seas e diversi paesi hanno preso impegni di ampia portata per ridurre la marea di plastica.
Argentina; una volontaria pulisce la spiaggia dai rifiuti di plastica
L'Indonesia si è impegnata a tagliare i suoi rifiuti marini di un massiccio 70% entro il 2025; l'Uruguay tasserà i sacchetti di plastica monouso entro la fine dell'anno e il Costa Rica adotterà misure per ridurre drasticamente la plastica monouso attraverso una migliore gestione dei rifiuti e l’educazione.
In Italia, e in generale nell’Unione Europea, i sacchetti di plastica sono stati sostituiti da quelli biodegradabili dal 2011 e presto saranno vietate anche le bottiglie di plastica, che, anche se poi riciclate in indumenti di "pile", rimangono un pericolo per il futuro smaltimento e sono comunque sempre troppi gli oggetti in plastica di uso comune .
C’è un grande fermento per la bonifica e la pulizia di tratti di costa e spiagge, magari con campagne condivise da paesi diversi, con il coinvolgimento e la partecipazione di enti locali, autorità portuali, associazioni, aziende, scuole. Anche nel Mediterraneo, che sconta il fatto di essere un bacino chiuso e quindi maggiormente esposto al permanere dei rifiuti, sono all’ordine del giorno iniziative e progetti per la pulizia sia sulla sponda nord che sulla sponda sud maggiormente inquinata. Pur essendo di grande impatto esemplare ed educativo, queste iniziative non contribuiscono a riducono ridurre la portata del problema.
C’è un grande fermento per la bonifica e la pulizia di tratti di costa e spiagge, magari con campagne condivise da paesi diversi, con il coinvolgimento e la partecipazione di enti locali, autorità portuali, associazioni, aziende, scuole. Anche nel Mediterraneo, che sconta il fatto di essere un bacino chiuso e quindi maggiormente esposto al permanere dei rifiuti, sono all’ordine del giorno iniziative e progetti per la pulizia sia sulla sponda nord che sulla sponda sud maggiormente inquinata. Pur essendo di grande impatto esemplare ed educativo, queste iniziative non contribuiscono a riducono ridurre la portata del problema.
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