di Patrizia Bonelli- patbonelli(at)gmail.com

di Patrizia Bonelli- patbonelli(at)gmail.com
"Il Mediterraneo è mille cose nello stesso tempo. Non un paesaggio, ma molti paesaggi. Non un mare, ma molti mari. Non una civiltà, ma una serie di civiltà una dopo l'altra".

"The Mediterranean is thousand things together. Not a landscape but many landscapes. Not one sea but many seas. Not a civilization, but a series of civilizations one after the other" Fernand Braudel

mercoledì 5 dicembre 2012

Raptor migration in the Mediterranean basin: research techniques and future perspectives

Apply for a Grundtvig-EU scholarship to participate in the training “Raptor migration in the Mediterranean basin: research techniques and future perspective” - in Sicily, Italy. Are you interested in learning more about the topic of “Raptor migration in the Mediterranean basin: research techniques and future perspective” and how effectively integrate it in your professional field?

The training course, organized by Legambiente, an Italian environmental organization, takes place in Pachino, in the province of Siracusa (Sicily). The structure is surrounded by typical Mediterranean atmosphere of the Hyblean countryside. The course is unique in the field as it will be developed with the methodology of hands-on. The scientific and didactic activity is supervised by MEDRAPTORS (Mediterranean Raptor Migration Network), a
N.G.O. with a long experience in the field of raptor migration  http://www.raptormigration.org 

Among the speakers, different researchers who have worked in the field of animal movement research using different methods (visual observations, long-term monitoring programs, radar tracking, GPS, GSM, GLS) and focusing their study on different aspect of bird migration (ecology, ethology, conservation, influence of climate change). Browse the link below to see the detailed program.
Apply for a Grundtvig-EU scholarship to participate in this training    
  http://ec.europa.eu/education/trainingdatabase/index.cfm?fuseaction=DisplayCourse&cid=35044

People that can apply to the scolarship:
· the citizens of the 27 Member States of the European Union
· countries of the European Economic Area-EEA countries (Iceland, Liechtenstein, Norway, Swiss Confederation)
· Candidate countries (Turkey, Croatia)
For the year 2013 there will be two courses:
- SESSION 1 : 13/05/2013 - 17/05/2013
- SESSION 2 : 30/09/2013 - 04/10/2013
The fixed application deadlines for the year 2013 are the following:
- 16/01/2013 (for training starting on 13/05/2013)
- 30/04/2013 (for training starting on 30/09/2013)


N.B. This training Scholarships can be requested for participation to this training from your National Grundtvig Agency which will cover the participation fee, transportation, accommodation and meals. Please check the list of all European agencies in charge of  Lifelong learning programmes to find the agency in your country:
http://ec.europa.eu/education/lifelong-learning-programme/national_en.htm

Please contact your National Agency because in some cases are not accepted more than two candidates for each organization (university, association, etc.).
If interested, please follow the steps below:
1) Download the application form “Grundtvig In-Service Training Application eForm 2012" on your National Agency website.
2) Fill in the application form with all information necessary to complete your enrolment request. Notify our association your intention to enroll in the course.
3) Please submit the file, print out the application form and send it out via regular mail to you National Agency.
If you need more details or support in filling in your scholarship application please feel free to contact the organisers at the contact details indicated below.
dr.  Natalia Carpanzano (Director)

TEL NR: 00393276282918
EMAIL: legambiente.eu.projects@gmail.com

martedì 4 dicembre 2012

L'Europa impone il 'buono stato ecologico' dei mari entro il 2020


 Dopo gli impegni assunti al summit della Terra di Rio+20, la Commissione europea rilancia la battaglia contro i rifiuti marini, composti all'80% da plastica. Una volta esaminate le relazioni degli Stati membri sullo stato di salute delle acque dei propri mari, inclusa la presenza di immondizia, nel 2013 Bruxelles pubblicherà la sua pagella.
In ballo c'é l'applicazione della direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino, che impone agli Stati membri di conseguire "un buono stato ecologico" delle acque marine entro il 2020.
Dopo una valutazione iniziale, la cui consegna era prevista entro ottobre 2012, i Paesi dovranno poi fornire criteri concreti per il monitoraggio della salute del proprio ambiente marino e fissare obiettivi da raggiungere. "Al vertice della Terra Rio +20 - ha ricordato il commissario Ue all'ambiente, Janez Potocnik - i leader mondiali si sono impegnati a ridurre in modo significativo i rifiuti marini entro il 2025.
La Commissione europea intende essere tra i protagonisti di questa iniziativa e lavorare a stretto contatto con gli Stati membri, le convenzioni marittime regionali e le parti interessate al fine di individuare e sviluppare iniziative concordate per fronteggiare il problema".
L'esecutivo europeo sta inviando segnali per indirizzare i Paesi Ue nella direzione giusta: intende pubblicare una sintesi della legislazione, delle politiche e delle strategie esistenti nell'Unione per combattere il problema dei rifiuti in mare.
 La Commissione Ue ha anche previsto, ad aprile 2013 a Berlino, una maxi-conferenza internazionale sulla prevenzione e la gestione dei rifiuti nei mari europei, organizzata in collaborazione con il ministro dell'ambiente tedesco. L'evento si occuperà soprattutto di piani d'azione regionali e di presentare una serie di esempi pratici, progetti pilota. Tutte le iniziative previste prevedono la collaborazione dei Paesi che si affacciano sui quattro mari europei: Oceano Atlantico nordorientale, Mar Baltico, Mar Mediterraneo e Mar Nero.

martedì 23 ottobre 2012

Atene: assemblea per ridurre l'inquinamento del Mediterraneo.


In questi giorni si tiene ad Atene l’assemblea annuale del MIO-ECSDE, Ufficio europeo per  ambiente, cultura e sviluppo  sostenibile. Per l’Italia partecipano Patrizia Bonelli per l’Istituto Scholé Futuro e Legambiente.
Le associazioni presenti, che  provengono  da quasi tutti i paesi del Mediterraneo, sono state ricevute martedì 23 ottobre 2013 al Parlamento greco per una importante riunione, durante la quale sono state fatte numerose proposte  perchè  il Parlamento Europeo   approvi   norme che permettano  di ridurre l’inquinamento del Mediterraneo.

 Current Agenda
Securing a strong Mediterranean dimension in EU and international Environmental policies and processes.
 The Mediterranean Information Office for Environment, Culture and Sustainable Development (MIO-ECSDE), is a non-profit Federation of Mediterranean Non-Governmental Organisations (NGOs) for Environment and Sustainable Development. MIO-ECSDE acts as a technical and political platform for the presentation of views and intervention of NGOs in the Mediterranean scene.

martedì 16 ottobre 2012

L’Europa dice no al “mare di plastica, di Paolo Raineri

Horizon 2020, orizzonte duemila e venti, è il titolo del corso al quale, assieme a Legambiente e Ocean 2012 ITA, abbiamo partecipato a Goteborg, in Svezia, all’interno della stupenda e frizzante cornice dello European maritime day 2012. Nel complesso più di 60 paesi e tantissime ONG ed associazioni hanno dato luogo tra il 21 e il 23 Maggio ad un bellissimo esempio di cooperazione verso un obiettivo comune: la salvaguardia dell’ambiente marino.
Il corso al quale abbiamo preso parte aveva come obiettivo la riduzione dei rifiuti marini nel Mediterraneo per il 2020 – Minimizing Marine Litter in the Mediterranean-.
Durante queste giornate sono stati organizzati gruppi di lavoro, discussioni aperte, presentazioni dello stato dell’arte dei paesi presenti, ed uscite di campo con dimostrazioni pratiche di metodologie per il monitoraggio scientifico.
Tramite discussioni tematiche sono stati ipotizzati progetti e collaborazioni per l’avvio dei processi che dovrebbero portare alla riduzione della produzione di rifiuti e del loro smaltimento scorretto, e reti di monitoraggio internazionali per creare e sostenere azioni collettive verso l’orizzonte del 2020.
Azioni e idee pragmatiche quindi, non più finti obiettivi utopici o troppo generici, non definibili e monitorabili.

 Un’aria di collaborazione e voglia di mettersi in gioco.
Durante il corso le ONG di stati come Israele e Palestina, Giordania e Turchia, si sono trovate compatte e in accordo di intenti, dimostrando che l’interesse della popolazione dovrebbe muovere gli stati verso la ricerca di compromessi politici utili per il bene comune a la salvaguardia ambientale.
Il prof. Michael Scoullos, Team Leader di H2020 e presidente del CDA del MIO_ECSDE (Mediterranean Information Office for Environment, Culture and Sustainable Development) ha tenuto le redini degli interventi. Nomi di rilievo della scena europea come Saverio Civili, Georg Hanke e Jean-Jacques  Dohogne, hanno sciorinato in maniera dettagliata ed esaustiva tecniche possibili per il miglioramento della gestione del rifiuto “a monte”, oppure le modalità migliori per procedere nella burocrazia europea, vie efficienti di collaborazione tra ONG e priorità legislative europee.
Sono stati discussi progetti “classici” come la pulizia delle spiaggie, e più complessi: monitoraggio di spiagge e fondo marino tramite l’applicazione di protocolli scientifici.
Durante tutto lo European maritime day 2012, in generale, cittadini e scienziati provenienti da tutto il mondo hanno potuto “valutare” concretamente le forze che l’UE sta effettivamente mettendo in gioco per perseguire obiettivi ambientali concreti e raggiungibili.

martedì 31 luglio 2012

Riace: forte azione di protesta Rete dei Comuni solidali (Re.co.sol)


«In difesa dei progetti di accoglienza di Riace, Caulonia e Acquaformosa, chiamiamo tutti, cittadini, movimenti, cooperative, associazioni, istituzioni, sindacati, partiti e in tutte le forze politiche e sociali alla mobilitazione.  Aiutateci a mantenere viva l’alternativa ai Cara, ai respingimenti, alle galere etniche e alla “clandestinizzazione” dei  migranti, per un’accoglienza tra diversi, che sia umana e solidale.».


Riace, il paese dell'accoglienza, costretto ad inventarsi la moneta locale
   Per ovviare al ritardo con cui  i fondi per i rifugiati vengono accreditati dal governo,  il sindaco del paese calabrese  si è inventato banconote con la faccia di Gandhi  sulle banconote da 50 euro, Martin Luther King su quelle da 20, Che Guevara e Peppino Impastato sui tagli da 10 e il cuore grande dei piccoli comuni sulla cartamoneta da 1, 2 e 5 euro.
 E' l'ultima trovata per aiutare i rifugiati del sindaco di Riace, Domenico Lucano,  che ospia nel suo comune   eritrei, etiopi, somali, ghanesi, afghani, palestinesi e serbi convivono pacificamente. Nel piccolo centro della locride, non solo gli stranieri sono ben accetti, sono addirittura richiesti per salvare il borgo dal suo destino di inesorabile declino demografico e sociale.

Anche in  Italia l'accoglienza è possibile. Riace, con appena 1800 abitanti, ha aperto le porte a ben 230 rifugiati e richiedenti asilo e  ha fatto di questo una politica vincente. Dando un tetto e borse lavoro alle famiglie straniere ha impedito la chiusura delle scuole per mancanza di bambini, ha ridato vita alle tante case lasciate vuote e abbandonate per sempre dagli emigranti calabresi. I vecchi abitanti non torneranno più dal Canada, dall'Australia, dall'Argentina. I nuovi arrivano con il Sistema di protezione per rifugiati e richiedenti asilo.  

L'idea della moneta locale.
Per ovviare alle lentezze burocratiche che non tengono conto della spesa quotidiana, il sindaco calabrese ha deciso di coniare la sua cartamoneta  e ha dato le banconote ai rifugiati beneficiari, che con quelle vanno a fare acquisti nelle botteghe del paese. I negozianti li raccolgono come i buoni pasto e poi battono cassa al comune quando arrivano i fondi del "Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati".
 (da un articolo di R. Cosentino su Repubblica)


 Il sostegno di Nichi Vendola,  di Sinistra Ecologia Libertà, al comune di Riace  
   "Siamo dalla parte del sindaco di  Riace, che da giorni è in sciopero della fame insieme ad altri amministratori pubblici per protestare contro il ritardo di un anno nell'erogazione dei fondi previsti.   
Il governo - prosegue il leader di Sel - dia risposte ad amministratori in sciopero fame a  Riace, il paese dell'accoglienza, e mantenga impegni. Non si possono colpire così - conclude Vendola - progetti di accoglienza considerati un'eccelenza a livello nazionale, un esempio virtuoso di integrazione nel Mezzogiorno, terra di accoglienza e solidarietà. Un pezzo dell'Italia migliore".

giovedì 21 giugno 2012

Tarragona: 12th Mediterranean Honorific Award


Every June, for the past 12 years, Mediterrània - Centre d'Iniciatives Ecològiques (CIE) and MIO-ECSDE have been awarding organizations working for the improvement and protection of the Mediterranean environment with the MEDITERRANEAN HONORIFIC AWARD, as recognition of its exceptional achievements.
The Mediterranean Honorific Award was launched in 2001 and it is open to all those organisations in the Mediterranean region working on innovative, successful projects relating to the environment and sustainable development. This year’s focus was given to ongoing actions combining culture/gender issues linked with environment and sustainable development.
The winner of the 2012 award was Land and Human to Advocate Progress (LHAP) and its project on “CSOs and Youth in Defence of and Promotion of Women's Rights”. Within the framework of the project students from 30 Universities of Jordan, 375 CSOs from all over the country, the community at large and policy makers were involved in activities promoting gender equity and women’s empowerment not only as human rights, but also because they are pathways to achieving sustainable development.
The 18th celebration of the “Ones” Awards was held during a formal dinner with more than 300 participants from the political, social, environmental world and in total 10 awards/prizes were given honouring outstanding contribution on other themes (such as poetry, etc). The 12th Mediterranean Honorific Award, given by Mediterrània-CIE together with MIO-ECSDE and the Port Authority of Tarragona, was awarded to LHAP representative Mr. Ziyad Alawneh. MIO-ECSDE was represented by Executive Bureau Member Ms. Patrizia Bonelli.

lunedì 4 giugno 2012

Tarragona: l’inestimabile valore della "parola"

Molti paesi dell’America Latina rappresentati al  quinto  incontro degli “Scrittori per la Terra”  a Tarragona dal 30 maggio al 2 Giugno, in particolare il Nicaragua con Ernesto Cardenal e Gioconda Belli,  il Messico, San Salvador con  gli ex combattenti del “Frente Farabundo Martin”,    il sindaco di   Santa Tecla.

Invitati d’onore Ana María Matute, Manuel Vicent e Raul Arias, rettore dell’università di Velacruz.
Gli interventi di  Ángel Juárez (Presidente della RIET), Francesc Xavier Grau (Rettore della Università Rovira i Virgili), Josep Enric Llebot  (Segretario generale dell’ Ambiente e della Sostenibilità della Regione  Catalogna) e Josep Fèlix Ballesteros (sindaco di Tarragona) hanno chiarito il percorso seguito  fino ad oggi.  
All’evento, organizzato dalla “Rete internazionale degli scrittori per la terra” (RIET), hanno partecipato scrittori di più di una  di una quindicina di paesi e in particolare il poeta che Ernesto Cardenal (Premio de Poesía Reina Sofía) ; l’ex Director General dell’ Unesco, Federico Mayor Zaragoza, e i poeti Guillermo Bown (Cile), José Luis Rivas (Messico) e Gioconda Belli (Nicaragua).
Momenti importanti sono stati un seminario su  ambiente e società, la lettura e la premiazione delle opere, l’inaugurazione di quattro esposizioni fotografiche e il concerto finale. L’incontro è coinciso con i premi Mediterrania al palazzo  dei congressi di Tarragona  e si  è concluso con il Manifesto di Tarragona
" Noi, le Scrittrici e gli Scrittori per la Terra, riuniti nel  V Incontro celebrato nella città di   Tarragona del 30 maggio al    3 giugno del   2012,   riaffermiamo il diritto alla parola e l’accordo sulle questioni sociali e ambientali:
Confermiamo l’ importanza di riconoscere i diritti culturali come diritti  umani e la necessità  di salvaguardare la diversità  culturale e la interculturalità  come elementi centrali della “Dichiarazione Universale sulla Diversità Culturale” dell’ONU  per  l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO 2001).
Riconosciamo che in una società diversa, il patrimonio è  una risorsa     non rinnovabile, con una ricchezza di enorme fragilità, elemento chiave per  una maggiore coesione sociale, economica, ambientale,  culturale e pertanto,  un elemento chiave della sostenibilità."

giovedì 22 marzo 2012

Roma, la città che vogliamo, di Patrizia Bonelli


In una intervista Renzo Piano definì la città come la più incredibile invenzione degli esseri umani, che ne hanno fatto il luogo per eccellenza del loro stare insieme, dei loro scambi materiali e culturali. La struttura della città rivela la società che la abita e gli urbanisti precedono i sociologi, perché nell’organizzazione degli spazi, nell’equilibrio fra quelli pubblici e quelli privati, hanno in mente la vita che lì si svolgerà.
La città che vorremmo è quella dove si va a piedi, con i mezzi pubblici o in bicicletta senza rischiare la pelle, dove le stazioni ferroviarie, della metropolitana e degli autobus non sono in abbandono , ma arredate, curate e illuminate, con bar, punti di ristoro e negozi.
Non serve una grande immaginazione, è il modo in cui sono organizzate tutte le più grandi città europee e anche il cuore della nostra città. Vorremmo che fossero così anche il semi centro e le periferie, che la mobilità fosse assicurata dai mezzi pubblici e i taxi numerosi e con tariffe accessibili come in ogni altra parte del mondo.
Quale sviluppo della città
Il cemento a Roma è cresciuto smisuratamente in questi ultimi anni ed il prossimo futuro non lascia prevedere niente di buono: come "compensazione" dei 190 ettari di Tor Marancia nel Parco dell’Appia Antica sono in via di realizzazione, nei vari quartieri della città, costruzioni di vario genere per più di 4 milioni di metri cubi.
Se centri servizi e uffici peggiorano il traffico già caotico perché si raggiungono solo in automobile, per ogni centro commerciale chiudono almeno 70 piccoli esercizi che si raggiungevano a piedi da casa. Prima si chiedono i servizi indispensabili per i nuovi insediamenti, poi il cambiamento di destinazione d’uso di immobili destinati a sevizi per le più remunerative abitazioni.
I centri commerciali sollecitano l’identità di consumatori di merci omologate, si basano sullo spreco di energia, di territorio e di merci e sulla smisurata produzione di rifiuti. I nuovi conglomerati urbani non riflettono un modello di coesione sociale, non promuovono sviluppo sostenibile, né creano lavoro, basano la crescita economica sulle costruzione in sé e non sulla loro utilizzazione, soddisfano esclusivamente esigenze di gruppi finanziari sacrificando soprattutto l’ambiente.
Dove abitano i lavoratori?
Nella crescita tradizionalmente anarchica della città di Roma nel 20° secolo, erano almeno previsti nei condomini al piano ammezzato e talvolta al piano attico, le abitazioni per gli addetti ai servizi e agli artigiani. Adesso anche chi si occupa dei servizi ogni mattina deve affrontare, insieme a circa 700.000 persone, una estenuante fila di automobili sul raccordo anulare. E allora si elargiscono concessioni per i parcheggi e i posti macchina e si trascura invece la cura del ferro: stralciato qualsiasi piano di ferrovia Roma Latina, mentre i fondi per la Pontina bis sono stati accantonati.
Quali esigenze soddisfare
Nonostante l’eccessiva cementificazione - l’emergenza abitativa non diminuisce e si stimano al ribasso i 120.000 appartamenti invenduti o comunque vuoti- e la città emarginata che vive in luoghi di fortuna continua a crescere negli anni. Mentre le giovani famiglie vanno a vivere fuori dal raccordo anulare, trascorrono nel traffico gran parte della giornata per la carenza di mezzi pubblici, e sono strozzati dai mutui sulla casa e dalla spesa del carburante, la popolazione dei senza tetto cresce e non è solo composta da stranieri ed extracomunitari ma sempre più comprende famiglie italiane fragili, con storie incredibili di esclusione alle spalle e anche di sofferta e silenziosa dignità.
La città indifferente che cresce sulla speculazione edilizia come forma di investimento finanziario non è né vivibile né estetica. Se i mestieri e i lavori cambiano e il negozio all’angolo chiude, dobbiamo incentivare e sostenere altre forme di produzione, quella locale, di filiera corta, di scambio e di socialità. Orti Urbani e fattorie sociali per rendere produttive e presidiare tutte le aree abbandonate della campagna romana. "L’altra economia" non solo nell’ex mattatoio di Testaccio, ma diffusa in tutti i quartieri e i municipi con punti di gruppi di acquisto solidali, per la cura dell’assetto urbano anche in aree cresciute male.   

lunedì 19 marzo 2012

La crescita delle città mediterranee

Secondo le proiezioni  il numero degli abitanti nelle città mediterranee potrebbe arrivare a più di 135 milioni entro il 2025 nei paesi del nord del Mediterraneo (6.5 milioni di più che nel 2000) e quasi 243 milioni nei paesi del sud est (98 milioni in più). La marcata concentrazione di popolazione, con quasi 100 milioni in più di abitanti fra il 2000 e il 2025, di cui 23 milioni in Turchia, 36 milioni in Egitto, 10 milioni sia in Algeria che in Marocco, mette sotto pressione le città che sono e saranno sottoposte a forti cambiamenti ambientali, economici e sociali.Il numero delle città molto grandi, con più di un milione di abitanti, che erano 10 nel 1950,con Marsiglia, Roma, Napoli, Atene, Izmir, Beirut, Tel-Aviv, è cresciuto fino a 29 nel 1995. Questa categoria include molte megalopoli (Istanbul, Cairo e Parigi) e le metropoli situate all’interno e soprattutto sulla regione costiera comeBarcellona, Siviglia, Madrid, Lione, Milano, Ankara, Alessandria, Tripoli, Tunisi e Algeri.
Nel 1950, nei paesi del nord del Mediterraneo, 7 grandi metropoli contenevano il 22 per cento della popolazione urbana; nel 1995 erano 13, con più del 30 per cento della popolazione urbana. Nel 1950 nei paesi del sud est, in 3 città molto grandi viveva il 15 per cento della popolazione urbana; nel 1995 c’erano 16 grandi metropoli con il 28 per cento della popolazione urbana.

La difficile gestione delle aree urbane
L’ampliamento delle aree urbane complica quindi la loro gestione, dato che i servizi pubblici non tengono testa alla velocità con cui si creano i nuovi quartieri, spesso non riconosciuti ufficialmente, e crea problemi difficili per l’occupazione, le infrastrutture e i servizi, la gestione dell’inquinamento e la produzione di rifiuti, la cuicrescita è allarmante. Il processo di urbanizzazione esteso a nord e crescente a sud, è diventato così diffuso che i concetti tradizionali di città/campagna, urbano/rurale, non sono più di grande aiuto quando si considera un nuovo tipo di aree abitate, che non sono città nel senso tradizionale del termine. Il fenomeno richiede nuove politiche regionaliche possano limitare la devastazione del territorio e le conseguenze dell’impatto umano e ambientale, che aggravano effetto serra e inquinamento.


Numero degli abitanti e stili di vita
Oggi emerge l’importanza di monitorare l’impronta ecologica delle aree urbane, in particolarelo smodato consumo dirisorse naturali e i danni all’ambiente. Generalmente questo aspetto “predatorio”è più evidente con l’aumento della ricchezza delle città. Le città sono però i luoghi più idonei allo sviluppo umano e all’organizzazione sociale, dove possono abitare milioni di persone. Il problema non risiede tanto nel numero degli abitanti della città, ma nel modo in cui queste sono gestite e negli stili di vita insostenibili. E’ necessario valorizzare le politiche che mirano a rinnovare i tessuti urbani antichi e cercano così di opporsi all’espansione delle periferie e di ridurre l’impatto ambientale.
Esempi negativi
La presenza e l’aumento di migranti può portare a un’ulteriore crescita delle città. Il comune di Roma per esempio prevede un’ulteriore urbanizzazione della campagna romana, già drasticamente ridotta dalla speculazione edilizia – apparentemente per venire incontro al“social housing” per famiglie indigenti e per immigrati; il costo di questi alloggi -in ogni caso- non sarà alla loro portata, mentre ci sono migliaia di alloggi vuoti (150.000 secondo le stime del comune) in attesa di ulteriore speculazione, di affitti e costi più alti.
Un altro esempio negativo di degrado ambientale è la collocazione – sempre a Roma- di comunità nomadi, principalmente dall’est Europa e dai Balcani. Per evitare il loro insediamento all’interno della città, i campi nomadi sono stati sistemati in aree agricole e anche in aree protette dove, nonostante condizioni di vita difficili, sono arrivate molte altre famiglie e i campi sono raddoppiati o triplicati in pochi anni.Inoltre, ampie aree agricole dei paesi del nord del Mediterraneo vengono coltivate impiegando migranti clandestini, che in tal modo rimangono sempre in condizione di essere espulsi.