di Francesco Martone e Alberto Zoratti*
Che le sorti di una COP presieduta dal governo polacco fossero nelle mani delle lobby delle imprese c'era quindi da aspettarselo, non foss'altro per il nutrito pacchetto di multinazionali sponsor. Che però lo stesso decidesse di remare contro nessuno poteva immaginarlo, almeno nelle modalità. Dal sostegno ad una kermesse parallela per il carbone pulito alla sostituzione in corso d'opera del ministro dell'ambiente e presidente della COP con un ministro palesemente a favore del “fracking” e dei gas di scisto, ed il gioco è fatto. Sullo sfondo la condotta contraddittoria dell'UE.
Da un lato la commissaria al clima Connie Hedegaard ha fatto la voce grossa contro i sabotatori della lotta al cambiamento climatico. Dall'altro prevale il nuovo approccio suggellato nel Consiglio Europeo di giugno scorso, quando - cedendo alle lobby industriali - il Presidente Barroso impose l'abbandono di un approccio alla mitigazione dei cambiamenti climatici e di un'equa transizione ecologica, privilegiando l'accesso per le imprese a fonti energetiche endogene ed a basso costo, quali carbone pulito e gas di scisto.
Che le sorti di una COP presieduta dal governo polacco fossero nelle mani delle lobby delle imprese c'era quindi da aspettarselo, non foss'altro per il nutrito pacchetto di multinazionali sponsor. Che però lo stesso decidesse di remare contro nessuno poteva immaginarlo, almeno nelle modalità. Dal sostegno ad una kermesse parallela per il carbone pulito alla sostituzione in corso d'opera del ministro dell'ambiente e presidente della COP con un ministro palesemente a favore del “fracking” e dei gas di scisto, ed il gioco è fatto. Sullo sfondo la condotta contraddittoria dell'UE.
Da un lato la commissaria al clima Connie Hedegaard ha fatto la voce grossa contro i sabotatori della lotta al cambiamento climatico. Dall'altro prevale il nuovo approccio suggellato nel Consiglio Europeo di giugno scorso, quando - cedendo alle lobby industriali - il Presidente Barroso impose l'abbandono di un approccio alla mitigazione dei cambiamenti climatici e di un'equa transizione ecologica, privilegiando l'accesso per le imprese a fonti energetiche endogene ed a basso costo, quali carbone pulito e gas di scisto.
I tentativi della Hedegaard poco possono contro il muro alzato dai Commissari che contano (del commercio e mercato interno in primis), che rappresentano gli interessi dell'industria.
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Al centro del dibattito il carbone pulito, il
gas di scisto e, soprattutto, gli affari delle solite industrie. Le recenti
catastrofi avvenute in tutto il mondo (ultima quella in Sardegna) non
interessano né ai governi né all'Europa
La Conferenza di Varsavia (COP19) avrebbe dovuto scandire il
negoziato verso Parigi 2015 quando andrà adottato un nuovo accordo sulle
riduzioni delle emissioni di gas-serra, per contenere entro i due gradi
l'aumento della temperatura media globale. Lo scorso anno venne adottato
il Doha Climate Gateway, escamotage per tenere aperta una
trattativa già a rischio. Polonia, Russia ed Ucraina tentarono allora di
stoppare un accordo per continuare a lucrare sulla vendita di quote di
emissione, soluzione che l'Unione Europea voleva abbandonare per segnalare
l'impegno all'effettiva riduzione delle proprie emissioni.
Responsabile esteri Sinistra Ecologia Libertà
Presidente Fairwatch